REDDITOMETRO: L’EREDITÀ NON INCREMENTA IL REDDITO DEL CONTRIBUENTE

Venerdì 18 marzo 2016


I beni ricevuti in eredità non necessariamente vanno a incrementare il reddito del contribuente: è pertanto illegittimo l’accertamento fiscale, effettuato con il redditometro e basato sull’acquisto di beni e spese superiori alle possibilità economiche del soggetto.
Infatti, nel caso in cui la successione abbia avuto ad oggetto una somma di denaro (es. il caso del deposito in conto corrente) e con tali attività il contribuente vi abbia acquistato determinati beni di lusso (case, auto), non è necessario dimostrare la perfetta coincidenza tra i beni acquistati e i soldi ottenuti dall’eredità, ossia che proprio con tale denaro si è fatto fronte alla spesa contestata dal fisco. È invece sufficiente dar prova della propria qualità di erede e, quindi, della successione in una quota del patrimonio del defunto. L’accrescimento della propria disponibilità economica a seguito dell’apertura dell’eredità – senza l’obbligo di dimostrare l’impiego specifico di tale incremento pecuniario – è una valida prova contraria alle pretese eventualmente avanzate dall’Agenzia delle Entrate. Nel caso invece in cui l’erede abbia ottenuto, in eredità, dei beni e proprio su di essi si focalizzi l’accertamento fiscale, basta dar prova di averli ricevuti per effetto di successione ereditaria e si eviterà che i suddetti beni incrementino il valore reddituale: Secondo i giudici, infatti, “l’acquisto per incrementi patrimoniali può essere giustificato dal contribuente con la sola prova dell’esistenza di redditi esenti o altre disponibilità”, non essendo necessaria la prova dell’effettiva destinazione di tali altri redditi. Il fisco non può, quindi, notificare l’avviso di accertamento senza prendere in considerazioni le suddette argomentazioni del contribuente. 
CTR Calabria, Catanzaro, 15.02.2016, n. 176 
 Fonte: SALVIS JURIBUS

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