Via 50 miliardi di tasse: realtà o sogno di mezza estate?

di Sergio Pellegrino - lunedì 20 luglio 2015 
Ammetto che in questa estate per noi impossibile, alle prese con proroghe, dichiarazioni precompilate, modelli F24 che i nostri clienti fanno difficoltà a pagare (anche se va decisamente peggio con i nostri compensi …), perversioni varie di un sistema fiscale sempre più contorto, sentire parlare il Premier di un “impegno di riduzione delle tasse che non ha paragoni nella storia del Paese”, di “rivoluzione copernicana senza aumentare il debito”, di “patto con gli italiani” può generare sentimenti contrastanti. 

 Nel suo intervento all’assemblea del Pd, Matteo Renzi ha disegnato infatti una road map di taglio delle tasse impressionante ed ambiziosa (forse troppo impressionante ed ambiziosa …).
 Nel 2016 via tutte le tasse sulla prima casa, nel 2017 via una buona parte dell’Ires, nel 2018 interventi sugli scaglioni Irpef e sulle pensioni. Con il cuore vorremmo tutti credere alle parole del Presidente del Consiglio, ma la ragione ci porta ad essere fortemente scettici perché non si capisce, né è stato spiegato concretamente, come possano essere effettuati 50 miliardi di euro di tagli alle tasse nei prossimi cinque anni, abbassando nel contempo il debito pubblico. 
 Non per questo vogliamo essere iscritti nei ranghi dei disfattisti e dei pessimisti cronici, come probabilmente sarebbe portato a fare il premier: semplicemente siamo disillusi. Veniamo da vent’anni di promesse roboanti che hanno annunciato milioni di posti di lavoro, riduzioni draconiane delle imposte, semplificazioni del sistema tributario, miglioramento del funzionamento della pubblica amministrazione … insomma, tutti i governi, indipendentemente dal loro colore, hanno promesso un futuro migliore rispetto ad una realtà mediocre, ma nessuno è stato in grado di mantenere minimamente fede alle proprie promesse. 
 A tutti, noi compresi, piacerebbe l’attuazione della riduzione delle tasse annunciata da Renzi. Per dimostrare che siamo bipartisan, ancora più gradita sarebbe quella promessa sul versante dell’opposizione da Salvini, con l’introduzione per tutti di una flax rate con aliquota al 15% (!): ipotesi che provocherebbe un calo di 100 miliardi delle entrate per lo Stato (che diventerebbero 50 nel caso di recupero integrale dell’evasione fiscale). Ciò che ci lascia un po’ perplessi, per utilizzare un eufemismo, è che, dall’una come dall’altra parte, nessuno spieghi con chiarezza e in modo sufficientemente convincente come tutto ciò verrebbe finanziato: Renzi fa genericamente riferimento agli effetti del “cantiere delle riforme”, Salvini allo slogan “pagare tutti, pagare meno”.
 Il timore (per non dire la certezza, che suonerebbe, questo sì, davvero “disfattista”) è che siamo di fronte al solito teatrino della politica italiana, in perenne campagna elettorale e con un deficit di credibilità in costante ascesa che, non a caso, ha reso il partito dell’astensione il primo partito del Paese. 
 Ma visto che in questo Paese ci viviamo e cerchiamo di continuare a lavorarci, sebbene tra mille difficoltà … non vediamo l’ora di essere smentiti. Avere sempre ragione in questi casi è davvero controproducente.

 Fonte:Euroconference News

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