Martedì 22 marzo 2016
E’ questo il principio sancito dalla Commissione Tributaria Regionale di Milano che, con recente sentenza, ha respinto l’appello presentato da Equitalia e confermato l’illegittimità di una cartella di pagamento notificata ad una contribuente oltre i termini di legge (sentenza n.3966/11/2015 passata in giudicato il 27/01/2016 e liberamente visibile su www.studiolegalesances.it – sez. Documenti).
Secondo i giudici meneghini, infatti “l’art. 25 del D.P.R. 29 settembre 1973 n.602, dispone che il Concessionario notifica la cartella di pagamento al debitore … a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi ..”.
Nel caso specifico, dunque, i giudici fanno presente che “il termine ultimo per la notifica, da parte di Equitalia, era … il 31 dicembre 2011, mentre risulta che l’atto qui impugnato sia stato notificato il 15.07.2013 e quindi tardivamente”.
Tale sentenza ha avuto notevole risalto in questi giorni sia sulle testate giornalistiche nazionali che su quelle locali incontrando anche pareri contrastanti e sul punto risulta di notevole interesse la posizione dei vertici della Libera Associazione Consumatori Europei di Verona, http://www.associazioneconsumatorieuropei.eu) e in particolare del suo Presidente, il Sig. Giuseppe Fusari il quale tiene a sottolineare che “grazie alla collaborazione con il Centro Studi Giuridici Sances sia la sentenza dei giudici milanesi che tante altre pronunce saranno messe a disposizione dei nostri associati per consentire a tutti di comprendere meglio quali sono i loro diritti nei confronti del Fisco perché se da una parte è un dovere civico pagare le tasse, dall’altra è diritto di ogni impresa e comunque di ogni cittadino sapere che vi sono diritti e regole certe che non possono essere aggirate dallo Stato per meri motivi di cassa”. D’altronde, ribadisce ancora Fusari “solo attraverso un sistema giuridico e tributario equo i cittadini e le imprese si sentono veramente tutelati e per equo intendo uno Stato che giustamente possa attivare tutti gli strumenti necessari per recuperare quanto dovuto dagli evasori ma che contemporaneamente rispetti i diritti dei contribuenti, permettendo loro il sacrosanto diritto di difesa e non ricorrendo a vessatorie notifiche di accertamenti o atti esattoriali oltre i termini di legge poiché tale operato crea solo sconforto e sfiducia nei confronti dello Stato”.
Alla luce di quanto sopra, ci si augura vivamente che tale pronuncia possa contribuire a creare un nuovo clima di collaborazione tra Fisco e i cittadini poiché solo in questo modo è veramente possibile raggiungere un’effettiva giustizia tributaria.
fonte:affariitaliani