Pensioni di reversibilità, Giuliano Poletti: “Polemica infondata, non verranno toccati i trattamenti in essere”

giovedì 18 febbraio 2016


La pensione di reversibilità al centro della polemica politica è il trattamento riservato ai “superstiti” del pensionato deceduto. La sua revisione è contenuta nella delega sulle misure di contrasto alla povertà, che prevede anche il riordino delle prestazioni.
In quel contesto, il governo la definisce una prestazione “assistenziale”, cioè di natura previdenziale “ma comunque sottoposta alla prova dei mezzi”. Si tratta cioè di modularla in base all’ISEE l’indicatore del reddito equivalente. La reversibilità conta attualmente 3.052.482 beneficiari, per una spesa totale di 24.152.946.974 euro Dopo la presa di posizione di Palazzo Chigi, scende in campo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per tranquillizzare sul recente caso scoppiato intorno al disegno di legge delega che vorrebbe riformare le pensioni di reversibilità. “La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata”, ha spiegato Poletti. “Evidentemente c’è chi cerca facile visibilità e si diletta ad inventare un problema che non c’è per poi poter dire di averlo risolto. La proposta di legge delega del Governo – rimarca in una nota – lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità; tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale”. Una posizione che ricalca quella della presidenza del Consiglio, che aveva ribadito che gli interventi in discussione in Parlamento – e in particolare la proposta di concedere la pensione di reversibilità legandola non più al reddito ma all’ISEE, tenendo conto quindi del reddito e del patrimonio di tutta la famiglia – non avrebbero riguardato i trattamenti esistenti. In altre parole, chi oggi riceve la pensione di invalidità non vedrebbe alcun taglio. Precisazioni però che non sono servite a placare le polemiche. Da destra a sinistra tutti si sono schierati contro la misura allo studio. Per la leader della Cisl Annamaria Furlan si tratta di “una questione molto delicata che bisogna affrontare con il confronto con il sindacato e le altre associazioni per non fare strafalcioni”. Più netta la posizione di Sinistra Italiana. “Il governo annuncia un provvedimento contro la povertà, e nel disegno di legge inseriscono una vera e propria carognata: la ‘revisione’ degli assegni di reversibilità, cioè quello strumento con cui un coniuge o un familiare riceve la pensione del defunto. Una garanzia di vita decente per molte persone, nel nostro Paese, in particolare in questi anni di crisi”, ha detto il deputato Nicola Fratoianni. Duro il commento anche di Giorgia Meloni. “Prima bocciano in Parlamento l’emendamento di Fratelli d’Italia per togliere dal calcolo dell’ISEE la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento, ora propongono addirittura di tagliare le pensioni di reversibilità che spettano ai famigliari dei lavoratori defunti per fare cassa e finanziare il “piano di lotta alla povertà” del Governo. “Sulle pensioni di reversibilità il governo tira il sasso e poi nasconde la mano” hanno affermato in una in una nota congiunta i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Vera Lamonica, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti. “L’obiettivo dichiarato – prosegue la nota – è il reperimento di risorse per un Piano nazionale contro la povertà, ma ancora una volta si scopre un cinismo di fondo: se si deve dare qualcosa ai poveri bisogna toglierla a chi è appena meno povero. Logica questa che invece non si vede quando si opera sulle imprese o si tagliano le tasse anche a chi potrebbe e dovrebbe pagarle. Ci opporremo ad una logica siffatta – hanno spiegato i tre dirigenti sindacali -, tanto più se si intende mettere le mani su prestazioni, quali la reversibilità, che sono di natura previdenziale, e quindi sono pagate con i contributi dei lavoratori, con ciò colpendo soprattutto le donne”.

 FONTE:LAVOROFISCO

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