Lunedì 25 gennaio 2016
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Colui che intende intraprendere in giudizio un’azione in materia condominiale, è sempre tenuto ad esperire preliminarmente il procedimento di mediazione, a pena di improcedibilità ed a prescindere dal rito adottato.
Pertanto, anche qualora il rito scelto sia quello sommario di cognizione, occorre ugualmente il previo esperimento della mediazione, in quanto a determinare l’obbligatorietà del rito è la natura della controversia e non il rito utilizzato. Questo è quanto deciso dal Tribunale di Torino con l’Ordinanza 23.03.2015.
L’obbligo della mediazione, venuto meno per effetto della Sentenza n. 272/2012 della Corte Costituzionale – che lo aveva ritenuto come costituzionalmente illegittimo- , è stato reintrodotto dal Legislatore (con il D.L. n. 69/2013 conv. con modif. con L. n. 98/2013) e risulta applicabile ai procedimenti instaurati a partire da settembre 2013.
Ad oggi, per la materia condominiale è previsto dall’art. 5, comma 1-bis, del D.Lgs. n. 28/2010.
Prima di intraprendere una qualsiasi controversia nella materia de qua è quindi necessario esperire il tentativo di mediazione, anche se va detto che la stessa legge prevede che qualora la causa sia iniziata e la procedura “conciliativa” non conclusa, il Giudice rinvierà il processo ad un’udienza successiva alla conclusione del procedimento e che, qualora il giudicante rilevi che vi è stato l’omesso esperimento, procederà alla stesso modo disponendo il rinvio.
fonte: diritto informazione