Il nuovo regime dell'adempimento collaborativo

di Andrea Bongi 
 Tra i requisiti previsti per l'accesso al nuovo regime contenuto nello schema di decreto legislativo sull'abuso del diritto, licenziato dal Consiglio dei Ministri, è prevista anche l'esistenza di un sistema interno di rilevazione, misurazione e gestione del rischio fiscale. 
Una volta entrati nel regime si corre però anche il rischio di esserne espulsi tramite provvedimento motivato da parte del Fisco nelle ipotesi di mancato rispetto degli obblighi di trasparenza fiscale o in caso di ricorso a politiche di pianificazione fiscale particolarmente aggressive.
Il regime dell'adempimento collaborativo verrà riservato, in una prima fase, solo alle imprese di più grandi dimensioni, ma potrà essere sempre essere esteso ed applicato, seppur limitatamente, anche ai contribuenti minori. Per entrare nel regime dell'adempimento collaborativo il contribuente deve dunque dotarsi di un sistema di controllo interno del rischio fiscale che deve assicurare, oltre naturalmente ad un fedele e tempestivo rispetto degli adempimenti tributari, anche tutta una serie di ulteriori requisiti. Fra questi, si legge nello schema di decreto, una chiara attribuzione dei ruoli e delle responsabilità fiscali all'interno dell'organigramma aziendale, efficaci procedure di rilevazione e misurazione interna dei rischi fiscali ed efficaci procedure per rimediare ad eventuali carenze e correggere prontamente agli eventuali errori. Solo se un tale sistema si rivela efficace e duraturo si potrà essere ammessi al nuovo regime. Infatti, il contribuente deve impegnarsi a mantenere nel tempo tale sistema e le procedure che lo governano adottando un comportamento collaborativo e trasparente nei confronti del Fisco e fornendo, nel più breve tempo possibile, risposte alle richieste dell'Agenzia delle Entrate.
 I funzionari delle Entrate, dal canto loro, dovranno comportarsi con i contribuenti che appartengono al regime collaborativo con particolare discrezione e celerità. In particolare, dovranno essere promosse nei confronti di tali soggetti particolari relazioni improntate a principi di trasparenza, collaborazione e correttezza con l'intento di favorire un contesto fiscale di certezza che, al contrario, appare invece implicitamente esclusa per tutti gli altri contribuenti. 
Oltre a ciò, dovranno essere anche realizzate specifiche semplificazioni degli adempimenti tributari riservate ai soli iscritti al regime nonché un esame preventivo del rischio fiscale connesso alle operazioni che tali contribuenti intendono intraprendere al quale il Fisco dovrà dare risposta nel più breve tempo possibile. 
I contribuenti in regime di adempimento collaborativo potranno contare su un regime sanzionatorio ridotto e su un regime di riscossione sospeso fino alla definitività dell'atto di accertamento che si estenderà a tutti i rischi fiscali preventivamente comunicati alle Entrate. 
Non saranno tenuti a rilasciare garanzie per ottenere il rimborso delle imposte dirette ed indirette e infine, in caso di denuncia per reati fiscali, l'Agenzia delle Entrate comunicherà alla Procura competente l'adesione del contribuente al particolare regime indicando i ruoli e le responsabilità previste dal sistema interno adottato. Quello delineato nello schema di decreto legislativo sull'abuso del diritto è un regime di collaborazione fra contribuenti e Fisco che ricalca, almeno a grandi linee, quelli già in vigore nelle legislazioni fiscali dei Paesi più virtuosi. Il tentativo di introdurlo anche nel nostro Paese può rappresentare l'inizio di una svolta nei rapporti fra il Fisco ed i contribuenti. Staremo a vedere. 
Fonte: SISTEMA RATIO CENTRO STUDI CASTELLI

.