di Andrea Ramoni - 28 Luglio 2015
Quando l'inefficienza nuoce al contribuente e all'Amministrazione Finanziaria.
Diciamocelo: non se ne sentiva certo il bisogno.
In un momento già colmo di confusione (si vedano le farraginose regole per aderire alla voluntary disclosure), incertezze
(sorte del raddoppio dei termini e dell'abuso del diritto) e pseudo-semplificazioni fiscali di nuovo al vaglio dell'Esecutivo,
avremmo volentieri fatto a meno del pasticcio istituzionale dei dirigenti illegittimi.
Certo, qualcuno potrebbe dire: una chance in più per l'impaginazione degli atti!
Ma qualcun altro potrebbe
tranquillamente obiettare con un "meglio un accertamento illegittimo in meno!".
Ad ogni buon conto, il motivo aggiunto di ricorso costituisce davvero una magra consolazione per gli addetti ai lavori.
Osservando l'orientamento delle commissioni tributarie, infatti, non é che si possa affermare di poter dormire sonni
tranquilli.
L'altalenarsi di pronunce pro contribuente (ex multis. CTR n. 2184/13/15) e pro fisco (in ultimo, la CTR L'Aquila n.
576/1/2015 e la CTR Liguria n. 806/2015) sarà presumibilmente tale sino a che le controversie non finiranno alla
Suprema Corte e magari, chissà, sui tavoli delle Sezioni Unite.
Appare altrettanto scontato l'imminente intervento romano per risolvere, in via legislativa e con piglio tipicamente italico,
l'ennesimo garbuglio creato dall'apparato pubblico, ma occorrerà capire come questo impatterà sugli atti già emessi e
sui procedimenti impugnativi in corso.
La soluzione più probabile, o meglio, quella imminente, pare essere un emendamento al D.L. n. 78/2015 in modo che
possa essere tamponata da subito l'emergenza, attraverso l'attribuzione di deleghe temporanee, in attesa del concorso
2016 e secondo criteri oggettivi e trasparenti (un requisito: la necessità che vi siano almeno 5 anni di esperienza nella
"terza area").
Lo stato dell'arte parla, infatti, di un significativo rallentamento delle attività di verifica e conseguentemente del gettito,
fermi a valori ben lontani da quelli ipotizzati e messi a budget per l'anno corrente. Il che fa tremare i polsi, pensando alle
clausole di salvaguardia legate a doppio filo con l'aumento delle aliquote IVA.
Il tema è che dopo le ferie estive sarà subito fine anno, periodo fisiologicamente intasato di accertamenti al quale
occorrerà aggiungere, in via straordinaria, gli impegni derivanti dalla gestione delle istanze da voluntary disclosure (salvo
proroghe).
La sentenza della Consulta n. 37/2015 - che, si ricorda, ha dichiarato l'incostituzionalità dell'art. 8, c. 24, D.L. n. 16/2012,
per mezzo del quale si è dato corso a nomine di funzionari, con incarichi dirigenziali, senza la qualifica derivante dal
superamento del relativo concorso - ha creato un terremoto. Il rischio è che, come al solito, sia il contribuente a rimanere
senza un tetto.
FONTE: SISTEMA RATIO CENTRO STUDI CASTELLI