Cari amici,
proprio nei giorni scorsi abbiamo assistito inermi e amareggiati all’ultima sconfitta (non
isolata) sociale ed economica del nostro Paese.
Egidio Maschio, numero uno del gruppo
Maschio Gaspardo, multinazionale di spicco nella produzione di attrezzature agricole, si è
sparato con un fucile al petto, in ufficio, all’età di 73 anni, dopo aver dedicato l’intera
esistenza alla creazione di un'azienda che proprio negli anni recenti, in veloce e costante
crescita, ha realizzato 324 milioni di fatturato.
Perché parlo di sconfitta sociale ed economica dell’intero Paese? Ebbene, perché questo
episodio, che (ripeto) non è isolato, rappresenta l’apice di politiche economiche e
finanziarie fallimentari, in un Paese in cui i diversi governi avvicendatisi negli ultimi anni hanno pensato solo
ad appesantire le imprese dal punto di vista fiscale, senza garantire alcuna boccata d’aria né il più piccolo
sostegno. Siamo quindi stupiti e rammaricati e lo siamo ancor di più noi commercialisti che quotidianamente
tocchiamo con mano i problemi degli imprenditori, grandi o piccoli che siano.
Se arriviamo al punto in cui un uomo il cui motto era appunto quello di non mollare mai, finisce per mollare
in maniera definitiva, senza possibilità di risalita, allora i problemi sono più profondi di quelli che
immaginavamo. Nessuna slide e nessuno slogan potranno sanare questa ferita! Con questa morte (e con
quelle più silenziose ma affatto dissimili) si sono spente le speranze degli italiani, di quei cittadini ‘veri’ ed
onesti che per andare avanti non hanno vitalizi o rendite, incarichi milionari o poltrone, ma solo strade in
salita fatte di sacrifici e duro lavoro.
Nel caso sul quale mi sono soffermato, le prime indiscrezioni (ancora non ufficializzate) farebbero
presumere che all’origine del gesto vi siano stati problemi di debiti. “I debiti li fai quando credi nella tua
azienda”, aveva sostenuto in passato l’imprenditore. E mentre gli imprenditori s’indebitano per tirare avanti
e poi, magari, ne rimangono schiacciati, cosa fanno le banche? Ecco, nonostante le politiche accomodanti
della Bce, volte a mantenere nulla la variazione dei tassi bel sbloccare il credit crunch, le banche utilizzano i
soldi ottenuti a poco prezzo investendoli in operazioni speculative che rendono il doppio. È raggelante!
Inoltre, secondo quanto ci dice il sito Crisitaly.org, sono più di cento le persone che si sono suicidate per
problemi economici in Italia dall’inizio dell’anno.
Nonostante ciò, cosa ha fatto di recente il nostro governo? Ebbene, le ha ulteriormente aiutate facendo un
bel regalo! E sì, da una parte l’ennesima tragedia, per crisi da indebitamento bancario, dall’altro il governo
vara una norma per alleggerire le sofferenze degli istituti di credito!
E che non si parli neanche di riduzione della pressione fiscale!!! Perché non v’è stata alcuna contrazione del
carico. Anzi, tutto il contrario! Proprio nei giorni scorsi infatti la Corte dei Conti ha puntualizzato come la
morsa del fisco abbia pesato per lo 0,1% in più per il 2014, toccando quota 43,5% con uno scarto di 1,7 punti
in più rispetto alla media dell’area euro.
Detto ciò, ritengo ancora una volta, che se non si mette seriamente mano, con provvedimenti seri anziché
aiutare le banche, a misure che possano rilanciare l’economia, la situazione tenderà ancora a peggiorare e
saremo costretti ad assistere a casi come quello dell’imprenditore veneto.
“Le parole non sono troppo vecchie, lo sono soltanto gli uomini che usano le stesse parole troppo spesso”,
sostenne Elias Canetti.
Dunque, oggi è il caso che le parole, le slide e i proclami lascino spazio ai fatti… Non abbiamo più bisogno di
parole già ripetute!
FONTE: FISCAL - FOCUS - A cura di Antonio Gigliotti