Mercoledì 9 marzo 2016
La sentenza del Consiglio di Stato [Cons. St. sent. n. 842/2016] che ha dichiarato illegittimi i criteri di calcolo Isee per i disabili, in quanto includevano nei redditi le prestazioni assistenziali, è senz’altro una vittoria del buonsenso e dell’equità: tuttavia quanto disposto dai giudici è ancora lontano dall’essere attuato.
Caf e patronati, a seguito della pronuncia, sono presi d’assalto dai cittadini danneggiati dagli Isee sociosanitari illegittimi, che giustamente domandano il ricalcolo dell’indicatore della situazione economica. Purtroppo, però, gli operatori hanno le mani legate: i software di calcolo, difatti, potranno essere modificati soltanto quando il Governo stabilirà i nuovi criteri di conteggio Isee. La situazione non cambia per chi decide di presentare direttamente la dichiarazione Isee all’Inps, poiché il software di calcolo è il medesimo, cambia solo la modalità di presentazione.
Facciamo un passo indietro per capire l’importanza della questione: l’Isee sociosanitario è il modello di dichiarazione sostitutiva unica (DSU) necessario per ottenere trattamenti di natura sociale e sanitaria, come l’assistenza domiciliare, il ricovero presso strutture di degenza, ed ulteriori prestazioni solitamente erogate dai Comuni.
Tali prestazioni possono essere ottenute solo se l’indice Isee (cioè l’indicatore della ricchezza del nucleo familiare, che si basa su redditi e patrimonio di tutti i componenti) è al di sotto di una determinata soglia stabilita dall’Ente erogatore.
Il problema che ha dato luogo all’illegittimità del cosiddetto Decreto Isee [Dpcm n. 159/2013.], è l’inclusione, nel calcolo, delle prestazioni di assistenza: assegno di accompagnamento, pensione sociale, pensione d’invalidità ed altri trattamenti assistenziali, difatti, sono sinora stati considerati come veri e propri redditi. Con la paradossale conseguenza di escludere il disabile proprio dai trattamenti di assistenza.
Per fortuna, il Tar Lazio prima[Sez. I, Sent. n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15.], ed il Consiglio di Stato poi, hanno dichiarato l’illegittimità di tali criteri: ora è il Governo a dover emanare un nuovo decreto, con criteri di calcolo che non considerino più i trattamenti di assistenza come redditi, ma come somme riconosciute per far fronte a situazioni di bisogno.
Il Governo, oltre alla rielaborazione delle regole Isee, ha un’altra bella gatta da pelare: che dire dei disabili danneggiati dagli Isee illegittimi, ingiustamente privati delle prestazioni spettanti? Dovranno chiaramente essere risarciti. Un problema che si poteva evitare disapplicando subito le regole, che erano state contestate appena entrato in vigore il nuovo Isee: le sentenze del Tar Lazio, che accoglievano le richieste dei disabili, però, erano state ignorate dal Governo per evitare un impatto negativo sulla finanza pubblica. Impatto negativo che ora è certo e probabilmente raddoppiato.
Fonte:www.laleggepertutti.it