Nuovo reato tributario dai contorni oscuri: consulenza mediante modelli di evasione fiscale.

Venerdì 13 Novembre 2015

Una novità della riforma dei reati tributari dalla quale emergono non pochi dubbi e preoccupazioni è l’istituzione del reato di consulenza fiscale mediante modelli di evasione.
La punibilità riguarda i casi in cui il consulente aiuta il cliente a commettere fatti sanzionabili penalmente, elaborando o commercializzando modelli di evasione fiscale: tali ipotesi costituiscono un’aggravante del reato di evasione fiscale, pertanto è previsto un aumento della pena sino alla metà. Questo è quanto, in pratica, indicato dalla nuova normativa, che ha modificato il decreto che disciplina i reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto [1]. Tuttavia, la formulazione della norma è piuttosto vaga, e necessita di diversi chiarimenti, poiché, se la si interpreta in maniera estensiva, rischia di far diventare sanzionabili penalmente delle condotte che, almeno in astratto, sarebbero pienamente lecite. Si pensi, ad esempio, al caso di chi offre consulenze in materia di trust, fondi patrimoniali o altri istituti a tutela del patrimonio: qualora un cliente si servisse della consulenza offerta per evadere il fisco, rischierebbe di essere incriminato anche il professionista, nonostante offra dei semplici consigli su tematiche pienamente legali.

 Professionista criminale 

Innanzitutto, ci si chiede quali siano i professionisti a cui la normativa si riferisce. L’articolo parla, in via generale, di “consulenti”, quindi appare abbastanza chiaro il riferimento a chi svolge un’attività libero professionale. Ma di quali professionisti si parla, nel dettaglio? Si parla di professionisti del settore fiscale, o di consulenti appartenenti ad altri settori, in grado comunque di aiutare il cliente ad evadere il fisco? Si tratta esclusivamente di professionisti iscritti all’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti contabili, dei Consulenti del lavoro, degli Avvocati, oppure sono ricompresi anche i consulenti in materia fiscale non iscritti agli ordini? A tutte queste domande la norma non risponde, pertanto si spera che intervengano dei chiarimenti successivi, magari attraverso circolari ministeriali. Consulenza fiscale Non è chiara nemmeno la definizione di attività di consulenza fiscale, poiché la stessa può essere effettuata anche al di fuori dell’ambito prettamente tributario, ad esempio nell’ambito commerciale e contrattualistico. 

  Modelli di evasione

Parimenti, non è formulata chiaramente nemmeno la definizione di modelli seriali e fraudolenti di evasione: una tale genericità e potenziale ampiezza della fattispecie, dunque, risulta sicuramente contraria alla legislazione in materia di abuso di diritto, secondo la quale devono esistere degli elementi normativi minimi, per individuare una condotta punibile in campo tributario. 

  Eccesso di delega

Tirando le somme, la riforma dei reati tributari, creando il reato di consulenza mediante modelli di evasione, ha creato una sorta di “mostro giuridico”, capace di contenere una molteplicità di condotte in maniera indefinita. Tuttavia, può certamente essere eccepito un eccesso di delega, per superamento della pena massima prevista dalla legge delega per la fattispecie, pari a 6 anni. I sostenitori della norma adducono a loro difesa l’applicazione in un secondo momento dell’aggravante, per non superare il massimo stabilito dalla legge, ma i detrattori replicano col fatto che, secondo la legge delega, le aggravanti previste per il reato possano essere solo quelle già in vigore. È pertanto molto probabile la prossima presentazione di ricorsi alla Corte Costituzionale, sia per l’eccesso di delega, che per il “ridimensionamento” della norma. 
FONTE:www.laleggepertutti.it

.