Reddito d’impresa. Fisco vincolato dalla relazione della società di revisione

La relazione tecnico contabile della società di revisione internazionale vincola l’Ufficio sul riconoscimento, o meno, della deducibilità dei costi ai fini della determinazione del reddito d’impresa. Il requisito della inerenza dei costi all'oggetto dell'attività, prescritto dal TUIR (nonché dall'art. 7 della Convenzione Italia - Belgio del 28 aprile 1983, ratificata con legge n. 148 del 1989), deve essere dimostrato da idonea attestazione tecnico-contabile e dall’inesistenza di duplicazione di costi, la cui prova può dirsi raggiunta quando la natura e la composizione dei servizi prestati e la loro funzionalità all'attività svolta risultino dai prospetti redatti dalla capogruppo e certificati da una società internazionale di revisione, tenuto conto della funzione di controllo pubblicistico che questa svolge, in posizione di indipendenza rispetto al soggetto conferente l'incarico, e della responsabilità, civile e penale, in cui incorre il revisore, iscritto in apposito Albo tenuto dalla CONSOB, che attesti dati non veritieri. Ne consegue che la revisione, articolata mediante relazioni sulla corrispondenza dei dati di bilancio e del conto profitti e perdite alle risultanze delle scritture contabili, rende affidabili le relative attestazioni che, assumendo valore di prova decisiva, non possono essere disattese dall'Amministrazione Finanziaria o dal giudice, se non contrastate da prove di eguale portata. È quanto ha sostenuto la Corte di Cassazione con la sentenza n. 13252/15, pubblicata il 26 giugno. 
Cassazione Tributaria, sentenza depositata il 26 giugno 2015

 FONTE: FISCAL FOCUS

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