Martedì 30 agosto 2016
Scontrini, ricevute, fatture, contratti: fino a quando si devono conservare i documenti della dichiarazione dei redditi?
Sono ancora pochi i contribuenti che possono “salvarsi” dai controlli documentali dell’Agenzia delle Entrate: gli esonerati dalla conservazione di scontrini, fatture, ricevute e di tutta la documentazione relativa alla dichiarazione dei redditi, difatti, sono solo coloro che hanno presentato il 730 precompilato senza modifiche, accettandolo integralmente. Non sono, inoltre, sottoposti direttamente ai controlli coloro che hanno presentato il 730 tramite Caf e intermediari, perché in questo caso ad essere controllato è il professionista o l’ente che ha inviato la dichiarazione.
Tutti gli altri, invece, devono conservare i documenti relativi alla dichiarazione almeno per i 4 anni successivi all’invio della stessa, non importa se presentata con modello 730 o Unico: ad esempio, i documenti giustificativi delle detrazioni delle spese sanitarie fruite nel 730/2016 devono essere conservati sino al 31 dicembre 2020. Alcuni documenti, poi, devono essere conservati per un periodo più lungo.
Controllo formale 730: quali documenti custodire?
I documenti che devono essere conservati dal contribuente, in particolare, sono:
– la certificazione unica, cioè la Cu, il documento che sostituisce il Cud, contenente i redditi erogati e le ritenute alla fonte; può essere relativa a redditi di lavoro dipendente, autonomo, di pensione e assimilati;
– fatture, ricevute e quietanze relative al pagamento di oneri e spese deducibili dai redditi;
– fatture, ricevute e quietanze relative al pagamento di oneri e spese detraibili dalle imposte;
– ulteriore documentazione necessaria per verificare il diritto alle agevolazioni fiscali, ad esempio:
– il contratto di acquisto dell’abitazione principale;
– il contratto di mutuo per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della prima casa;
– i documenti che attestano i requisiti per la detrazione dei premi di assicurazione sulla vita;
– le ricevute e le quietanze di versamento dei contributi previdenziali obbligatori e complementari;
– i bollettini postali per il versamento dei contributi Inps dei collaboratori domestici;
– le ricevute di versamento degli assegni periodici erogati al coniuge separato o divorziato;
– le ricevute delle donazioni;
– le ricevute dei modelli F24 per il versamento delle imposte;
– la precedente dichiarazione dei redditi (730 o modello Unico), nel caso in cui debbano essere riportate a nuovo eccedenze d’imposta.
I documenti devono essere conservati in originale per i 4 anni successivi a quello della dichiarazione, anche se l’Agenzia delle Entrate, in caso di eventuali controlli, solitamente ne richiede copia.
Bonus ristrutturazione, mobili ed ecobonus
Per quanto riguarda le detrazioni fruite nel 730 per il risparmio energetico, le ristrutturazioni o l’acquisto di arredi ed elettrodomestici (note come bonus ristrutturazione, mobili ed ecobonus), è necessario conservare:
– le ricevute dei bonifici bancari o postali;
– la documentazione delle spese che non possono essere pagate con bonifico (come gli oneri di urbanizzazione e l’imposta di bollo);
– le fatture rilasciate dall’impresa che ha eseguito i lavori;
– l’autocertificazione con cui il contribuente attesta che i lavori rientrano nelle attività edilizie esenti da permessi o autorizzazioni, in caso di interventi semplici;
– le autorizzazioni amministrative richieste secondo il tipo di intervento (come la Scia), per le opere più complesse;
– la ricevuta della comunicazione all’Asl competente, nei casi in cui è obbligatoria;
– per i lavori condominiali, la documentazione è sostituita dalla certificazione dell’amministratore del condominio, che nel documento deve attestare di aver effettuato gli adempimenti obbligatori e indicare la somma che il contribuente deve considerare ai fini della detrazione;
occorre inoltre conservare la delibera dell’assemblea e la tabella millesimale di ripartizione delle spese;
– per gli interventi di riqualificazione energetica è necessario conservare:
le ricevute dei bonifici effettuati;
le fatture dell’impresa che ha eseguito l’intervento;
il codice Cpid della pratica;
gli allegati descrittivi inviati all’Enea;
le schede tecniche dei lavori eseguiti;
nei casi in cui è obbligatoria, l’asseverazione del tecnico sulla conformità ai requisiti di prestazione energetica previsti;
il documento che attesta la fine dei lavori (può trattarsi della dichiarazione di conformità o del documento di collaudo).
I documenti relativi alle tre tipologie di bonus devono essere conservati in originale per i 4 anni successivi a quello della dichiarazione, anche se l’Agenzia delle Entrate, in caso di eventuali controlli, solitamente ne richiede copia.
Secondo diversi esperti, i documenti dovrebbero invece essere conservati sino ai 4 anni successivi alla dichiarazione contenente l’ultima rata della detrazione: poiché gli importi si detraggono in 10 rate, bisognerebbe, in pratica, conservare la documentazione per 14 anni. Quest’orientamento, però, non è condiviso dalla giurisprudenza prevalente [Ctr Milano sent. 2597/2015], anche se, prudenzialmente, è sempre meglio “custodire le carte” per il termine più lungo.
Controllo formale 730: cosa succede se si perdono i documenti
Se si smarrisce la documentazione giustificativa della dichiarazione, l’Agenzia emette un avviso bonario, con il quale recupera a tassazione gli importi non giustificati e applica sanzioni e interessi.
Se il contribuente effettua il pagamento entro 30 giorni, anche a rate, beneficia di una riduzione; se non paga, l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate iscrive a ruolo gli importi dovuti e affida la riscossione a Equitalia, che notificherà la cartella esattoriale con un ulteriore aggravio dei costi per il contribuente.
FONTE:LALEGGEPERTUTTI