Deducibili gli abiti utilizzati per lavoro

Lunedì 24 ottobre 2016

 Il concetto di deducibilità di un costo per inerenza riguarda non tanto la natura del bene o del servizio ma
il suo rapporto con l’attività professionale, in relazione allo scopo perseguito al momento in cui la spesa è stata sostenuta e con riferimento a tutte le attività tipiche della professione stessa e non semplicemente, ex post in relazione ai risultati ottenuti in termini di produzione del reddito. Con questa motivazione sono state parzialmente accolte le doglianze di Belen Rodriguez, nel ricorso proposto avverso un avviso di accertamento per l‘anno 2010 emesso dall’Agenzia delle Entrate Direzione Provinciale 1 di Milano. Con la sentenza n. 6443 del 22/07/2016 la CTP Milanese ha ammesso la deducibilità al 50% dei costi relativi agli abiti utilizzati dalla show girl durate le trasmissioni televisive. Non v’è dubbio che vestiario e accessori, in alcuni casi specifici, devono essere considerati inerenti all’attività svolta e, pertanto, il loro costo integralmente deducibile (è il caso ad esempio della toga per l’Avvocato o, in generale, della divisa da indossare durante l’orario di lavoro tanto da parte del l’imprenditore quanto dai dipendenti). Qualora il vestiario e gli accessori vengono utilizzati oltre che per la propria attività, anche impieghi privati (si pensi al frac per il direttore d’orchestra), si ritiene opportuno limitarne la deducibilità applicando percentuali forfettarie, così come previsto dal comma 3 dell’art. 54 del TUIR per l’utilizzo di beni in uso promiscuo. Di diverso parere è invece la stessa CTP relativamente all’assoggettabilità dei compensi dell’artista all’IRAP. Gli alti costi per consulenze, i compensi a terzi con frequenza mensile, corrisposti per intrattenere rapporti con i clienti e i fornitori dei beni e servizi, fanno presupporre un’autonoma organizzazione da parte della signora Rodriguez e la sua assoggettabilità all’IRAP.
FONTE: IL TUOTRIBUTARISTA

.